L’alopecia areata è una delle malattie autoimmuni più frequenti, è una forma di alopecia non cicatriziale, ad andamento acuto e spesso recidivante, che può interessare qualunque regione corporea ricoperta di peli.
Il “bersaglio” dei linfociti T (le cellule che vengono attivate nella reazione autoimmune) è il follicolo pilifero in anagen, che è la fase di crescita del pelo, e le teorie più recenti sul meccanismo patogenetico dell’alopecia areata si basano sul concetto di “collasso”, cioè di perdita del privilegio autoimmune (tolleranza immunitaria) che normalmente il follicolo pilifero possiede.

Inoltre, è stato osservato che l’alopecia areata si associa con elevata frequenza a patologie autoimmuni quali la vitiligine, le tiroiditi, l’anemia perniciosa ed il lupus eritematoso e nei pazienti affetti è comunque frequente, anche in assenza di malattie concomitanti, il riscontro di autoanticorpi circolanti, in particolare anti-tiroide, antiparete-gastrica, anti-muscolo liscio, anti-nucleo.

Può insorgere in qualunque periodo della vita e le prime manifestazioni non sono infrequenti in età infantile.
L’eziopatogenesi di questa affezione è ancora oggi solo parzialmente conosciuta. Un ruolo importante svolgono certamente i fattori genetici, teoria questa supportata da numerosi fattori: la coesistenza della malattia in altri familiari, nei gemelli e i diversi studi effettuati nei modelli animali.
La patologia spesso ha un esordio acuto in coincidenza con importanti eventi stressanti e questo fa presupporre che oltre alle componenti genetiche e autoimmuni anche fattori ambientali (non genetici) possano contribuire all’insorgenza della malattia, a conferma quindi della multifattorialità come causa dell’alopecia areata.
Dal punto di vista clinico, l’alopecia areata si presenta con la comparsa improvvisa di chiazze rotondeggianti completamente glabre. La sede della malattia è molto variabile. A livello del capillizio le regioni più colpite sono quella temporale e quella occipitale. Possono essere interessate anche altre regioni corporee, quali la barba, le ciglia, le sopracciglia e qualunque zona coperta di peli. Un interessamento ungueale è relativamente comune, può andare da una semplice punteggiatura della lamina, fino ad una severa distrofia di tutte le unghie.
L’evoluzione naturale dell’alopecia areata è imprevedibile, le chiazze hanno un andamento incostante: possono restare stabili (alopecia in chiazze), evolvere verso una risoluzione spontanea, ma purtroppo più frequentemente presentano la tendenza ad una rapida estensione, che può arrivare ad interessare tutto il cuoio capelluto (alopecia totale o decalvante) o l’intera superficie cutanea (alopecia universale).
Come curare l’alopecia areata?

La fototerapia UVB a banda stretta 311 nm causa una azione di immunosopressione così da sospendere l’aggressione dei linfociti T diretta contro i follicoli piliferi e interrompere il ciclo di caduta del capello e del pelo; somministrazioni ripetute secondo uno specifico protocollo hanno come obiettivo primario il blocco della fase attiva della malattia, stabilizzando la situazione ed evitando ulteriori perdite di capelli e di peli, e come obiettivo secondario la ricrescita del pelo.
Tali obiettivi si realizzano tanto più facilmente quanto più il trattamento di fototerapia dell'Alopecia sia iniziato immediatamente dopo la comparsa dei primi sintomi; tuttavia, esistono diversi casi di trattamenti tardivi con ottimi risultati.