Il prurito è probabilmente il sintomo più frequente dei pazienti con insufficienza renale cronica, soprattutto in fase avanzata e terminale. Tale sintomo non risparmia neanche quelli in terapia dialitica sostitutiva, mentre è molto raro in corso di insufficienza renale acuta. Quest’osservazione indica che il prurito è causato in molti casi da un lento accumulo di sostanze tossiche nell’organismo.

La causa specifica del prurito uremico non è stata ancora chiarita e molte sono le ipotesi eziologiche sulla sua origine. In generale, nell’emodializzato varie sono le cause conclamate del prurito: l’iperfosforemia, lo stato anemico sideropenico, la colostasi (pazienti affetti da epatite B, C), l’iperparatiroidismo, l’aumento dei livelli di calcio, l’intolleranza ai filtri utilizzati per la depurazione, l’allergia all’eparina, sottodialisi con aumento dei prodotti dell’uremia, l’allergia ai prodotti gastroprotettivi o altri farmaci, lo stato xerotico della cute indotto dall’uremia e dal trattamento dialitico.

E’ stato poi ipotizzato un ruolo dell’accumulo di vitamina A e retinolo, sostenuto dall’evidenza che la riduzione cutanea del retinolo con la fototerapia riduce il prurito. Tuttavia, non sono state riscontrate differenze di queste sostanze nella cute di pazienti dializzati con o senza prurito e la fototerapia sembra essere efficace indipendentemente dalla riduzione cutanea di retinolo.

Questa affezione colpisce oltre la metà dei pazienti in dialisi cronica e la sua frequenza è pressoché uguale in emodialisi e in dialisi peritoneale. Pertanto il sintomo è legato fondamentalmente allo stato uremico più che alla metodica dialitica utilizzata.

Il prurito può essere transitorio, ma più frequentemente è persistente, localizzato ad alcune regioni corporee (sovente al tronco),o come più spesso riscontrato diffuso a tutta la superficie cutanea. Generalmente si manifesta in assenza di lesioni specifiche, ma può associarsi ad alcune lesioni cutanee secondarie al grattamento, del tipo “prurigo nodularis”, “lichen simplex”, noduli cheratosici e aree discromiche e ipercheratosiche. La componente infiammatoria delle lesioni cutanee aggrava l’intensità del prurito, con ulteriore evoluzione delle lesioni.

La fototerapia UVB a banda stretta riduce rapidamente il prurito uremico: esposizioni a dosaggi gradualmente crescenti e personalizzati, con frequenza trisettimanale, assicurano un benessere al paziente uremico tramite l’eliminazione, o comunque la forte riduzione, del prurito.
E’ importante intervenire alla comparsa dei primi sintomi per evitare che l’azione del grattamento procuri escoriazioni e ferite in individui già sottoposti a trattamento dialitico, che potrebbero cronicizzare con conseguenze più importanti.
Essendo un trattamento sintomatico si interviene secondo necessità e si sopende a risultato raggiunto: sovente occorre una ciclicità per contenere i vari episodi di prurito.